Pietre da architettura e scultura nei secoli XI e XII fra Tanaro e Po
Il basso Monferrato, nella fattispecie, è caratterizzato da risorse naturali notevoli, per le quali è prioritario attivare un processo di conoscenza e valorizzazione. Tra di esse rientrano le pietre da architettura e scultura, fra cui la Pietra da Cantoni. Recentemente l’attenzione di alcuni studiosi si è focalizzata su alcuni cantieri medievali locali e, grazie a studi comparati di storia dell’architettura, storia dell’arte e petrografia, si è giunti a indagare importanti edifici dell’area padana. In essi l’utilizzo delle pietre monferrine non è mai stato approfondito né valorizzato, anche perché di molti litotipi e delle relative cave si era del tutto persa la memoria.
Nel medioevo si adoperano vari litotipi, tuttavia sono molto poche le pietre impiegate per la scultura e gli apparati decorativi delle chiese; nei paramenti murari, invece, compaiono spesso mattoni di riuso o altre pietre locali di facile reperibilità. Le scelte di maestranze e committenti conferiscono pertanto alla pietra un elevato valore simbolico, cui si affianca il valore intrinseco di bene commerciale, che è, ovviamente, un parametro condizionante. Il legame esistente nel medioevo fra pietra da scultura e maestranze, committenti e autorità politiche che detenevano il controllo del territorio e in particolare delle strade, è uno degli aspetti che l’indagine sostenuta dall’Associazione Culturale Antonella Salvatico e dal Centro Internazionale di Ricerca sui Beni Culturali si propone di analizzare.
Il rapporto pietre-artigiani, se rappresenta per il medioevo un’eccellenza regionale che conferma, consolida e completa la motivazione dell’iscrizione nella WHL UNESCO di un territorio “esempio eccezionale di interazione dell’uomo con il suo ambiente naturale”, oggi offre altresì la possibilità di valorizzare risorse poco note del territorio.